Commento al Vangelo – Il Suo corpo, come un tempio

Divieto di contraffazione

Si avvicinavano le feste della Pasqua ebraica, grande movimento di persone venute anche da lontano. Il tempio si era organizzato per una celebrazione degna con grandi sacrifici. Va da sé che il Tempio diventi il più grande centro di contraffazione: gli affittavoli dei banchetti lucravano sulla pietà dei fedeli, questi ultimi tentavano di accaparrarsi Dio come fossero all’asta della divinità. È materia di reato quando oggetto sono le monete, le carte di credito, le grandi firme… È provocazione che imbufalisce Dio quando l’oggetto è Lui stesso: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».

Gesù dà di matto. Dio non si compra: ti dò qualcosa per avere qualcosa… Gesù fa saltare il banco: abitudini ben forti e intoccabili, le cose né per obbligo né per commercio. Niente moralismo. Un Dio prigioniero delle pietre è troppo facile da pregare. Gesù sradica l’idea di mercanteggiare con Dio perché la misericordia non si compra, né l’esperienza profonda del suo amore.

Non mettere pesi inutili nello zaino, liberarci da distorte immagini di Dio, sentirci invitati alla frequentazione con un Dio il cui vero tempio è la carne-sofferente, l’uomo sfilacciato, la donna devastata dalla violenza. Come è possibile questo sguardo nuovo? La storia di chi porta cucite addosso vite che, a guardarle negli occhi, hanno stampato in fronte il sorriso di Dio, ma il disprezzo di tutti è la strada da percorrere.

Gesù parla del suo corpo come tempio

Gesù identifica se stesso, il suo corpo, con il santuario, con la tenda innalzata nel deserto dove Dio abitava, Gesù dirà a Tommaso e a Filippo: “Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me … Chi ha visto me, ha visto il Padre” (Gv 14,6.9). Commenta Enzo Bianchi: “L’economia e i riti dei sacrifici animali sono finiti per sempre… per Gesù, infatti, sacrificio è “dare la vita per gli altri” (cf. Gv 15,13) e “offrire il proprio corpo per amore” (cf. Rm 12,1). Questa è la buona notizia cristiana, il Vangelo: luogo della Presenza di Dio non è un edificio ma è Gesù Cristo stesso, è un uomo, è la sua carne in cui “abita corporalmente tutta la pienezza della divinità” (Col 2,9).

Ormai, dunque, il luogo dell’incontro con Dio è il corpo di Gesù, il luogo del vero culto a Dio è Gesù. Questo significano le sue parole e questa è la sua autorità.

Qualsiasi pratica religiosa ha Gesù al centro. Se la sua Parola è nel cuore e nella vita di uomini e donne che accolgono la indicibile tenerezza misericordiosa di Dio anche noi siamo questo tempio dello Spirito. Qui sta la forza missionaria della Chiesa.

Non dimentichiamoci che al di là del credere o non credere c’è una partecipazione al mistero dell’amore di Dio che sale dai fatti, dal modo concreto di esistere.

Che cosa è allora la preghiera, se non lasciare che Dio parli nella vita e dentro la vita di tutti e tutte? Anche la preghiera si fa carne.

La fede cristiana è relazione, appartenenza ad una comunità è amicizia sociale, come scrive Papa Francesco nella “Fratelli tutti”, sa leggere la situazione presente.

La Chiesa “Non aspira a competere per poteri terreni, bensì ad offrirsi come «una famiglia tra le famiglie – questo è la Chiesa –, aperta a testimoniare […] al mondo odierno la fede, la speranza e l’amore verso il Signore e verso coloro che Egli ama con predilezione. Una casa con le porte aperte. La Chiesa è una casa con le porte aperte, perché è madre».[269] E come Maria, la Madre di Gesù, «vogliamo essere una Chiesa che serve, che esce di casa, che esce dai suoi templi, dalle sue sacrestie, per accompagnare la vita, sostenere la speranza, essere segno di unità […] per gettare ponti, abbattere muri, seminare riconciliazione”. (FT 276)

Passo dopo passo buon cammino.   Gino Chiesa

 

Ogni cuore è una zolla di terra

 Ogni cuore è una zolla di terra atta a dare vita ai tuoi germi divini, o Signore.

In quest’ora del tramonto,

mentre il tuo angelo passa tra luce e luce,

ricolma Signore di pace il cuore che attende,

la mano verso di Te protesa.

In quest’ora presaga del buio,

la terra raccoglie in sé ogni vita in tumulto;

su tutte il tuo angelo segni la pace!

Benediciamo, fratelli, la terra,

dove siamo vivi come alberi forti,

dove riposeremo, liberati dal male.

Benediciamo la terra per il pane che dona,

per i frutti delle dure fatiche,

per la dolcezza dei lunghi riposi.

Benediciamo, o uomini, la terra,

mentre passa l’angelo di Dio,

annuncia giorni di luce nuova e redenta.

Un giorno l’angelo dirà al tramonto della luce terrena:

più non tramonta, né sorge il sole,

la vita si è fermata a contemplarsi in Dio!

Benediciamo o uomini la terra,

mentre tra stella e stella passa

l’angelo della vita e della morte

e annunzia che Cristo è risorto,

luce senza tramonto.

Ogni cuore è una zolla di terra atta a dare vita

ai tuoi germi divini, o Signore.

                                               Giovanni Vannucci